L’insorgere della crisi sanitaria dovuta al Covid-19 e le conseguenti misure restrittive di contenimento del contagio che ne sono conseguite, hanno pesantemente contratto – per non dire quasi azzerato – lo svolgersi di manifestazioni, fiere ed eventi di intrattenimento culturale o sportivo. Attività la cui realizzazione coinvolge anche le aziende impiegate nell’ambito dei servizi di controllo.
Una mansione, questa, di cruciale importanza, la cui centralità è stata ribadita dal Legislatore (D.M. 6 Ottobre 2009, adottato ai sensi dell’art. 3 comma 9 della L. 15/07/2009 n.94) con l’obbligo di assunzione di personale qualificato, iscritto in un apposito elenco noto ai Prefetti e revisionato con cadenza biennale.
La norma disciplina inoltre le modalità per la selezione e la formazione del personale, gli ambiti applicativi e i criteri in base ai quali poter accedere all’iscrizione in elenco: iscrizione che decade non appena si accerti per l’addetto al servizio la perdita di detti requisiti.
Questo inquadramento normativo delinea quindi l’addetto ai servizi di controllo e lo steward come professioni qualificate e abilitate alla gestione di mansioni ben descritte nella norma e alla mediazione di conflitti.
Il ruolo risponde a un codice deontologico e contempla tra l’altro anche una preparazione tecnica in materia di primo soccorso e antincendio.
Tale operatività è stata parzialmente inficiata quando, con direttiva del 18 Luglio 2018, il Ministero dell’Interno ha introdotto le nuove “Linee guida per l’individuazione delle misure di contenimento del rischio in manifestazioni pubbliche con condizioni di criticità”, che prevedono la possibilità di utilizzare per i servizi di controllo anche personale proveniente da associazioni di volontariato, quindi privo di qualifiche e di preparazione specifica in materia.
Questo fatto ha arrecato notevoli ed ingenti danni a istituti di vigilanza e agenzie di sicurezza, creando una situazione di sperequazione e di dumping per cui l’avvalersi di associazioni di volontari (pagate sotto forma di rimborso spese) risulta economicamente più vantaggioso rispetto a quanto offerto dalle realtà soggette a licenze di Polizia (ex art. 134 del T.U.L.P.S.). Il danno ovviamente riguarda tanto i Datori di lavoro quanto i Lavoratori stessi: vittime di una concorrenza sleale portata avanti da individui di fatto “abusivi”, non qualificati e sottratti a tutti gli obblighi di legge di cui sopra, con conseguente de-professionalizzazione della mansione stessa.
In questo quadro è arrivato il Covid.
Eventi e manifestazioni cancellati, con migliaia di addetti ai servizi di controllo e stewards lasciati a casa. Una condizione che, con la recrudescenza autunnale del contagio e le limitazioni che sono già state poste in essere, è destinata a perdurare ancora a lungo. Tutto questo mentre le Amministrazioni locali sottolineano l’urgente necessità di personale per garantire la fattibilità e il rispetto sul territorio delle regole e del distanziamento.
A tal proposito AISS, Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria – Federterziario – propone che siano i dipendenti delle agenzie soggette a licenze di Polizia (ex art. 134 del T.U.L.P.S.) preparati e qualificati a poter svolgere tali funzioni sul territorio, e non improvvisati volontari “assistenti civici” senza alcuna attitudine e competenza specifica. Questo toglierebbe gli operatori dal circuito assistenziale degli ammortizzatori sociali, restituendo la dignità dell’impiego,
Inoltre si andrebbe così a ridurre le difficoltà e sofferenze economiche di istituti di vigilanza e agenzie di sicurezza, già caratterizzati da esposizioni bancarie paurose per via delle condizioni di lavoro al massimo ribasso.
L’ultimo elemento, non meno importante, sarebbe quello del segnale e del valore attribuiti a un comparto così fortemente svilito e destrutturato, con la possibilità per il Cittadino di essere seguito e coadiuvato da personale emotivamente e disciplinarmente attrezzato.
Il controllo e la sicurezza forse non sono entità immediatamente visibili come altre ma di certo – e anzi proprio per questo – risultano di importanza cruciale per la salvaguardia dell’ordine e dell’incolumità dei singoli. Oltre che per nutrire quel senso di protezione e sicurezza di cui ogni Italiano deve poter godere nel corso di una manifestazione o evento. Serve dare segnali che ristrutturino quella “Cultura della Sicurezza” che, da elemento imprescindibile del vivere civile, ora più che mai assurga anche ad asset strategico del nostro interesse nazionale.

Claudio Verzola

Responsabile relazioni istituzionali A.I.S.S.

 

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Sicurezza… Bene comune

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